Vecchie Speranze per un nuovo Futuro
Di Francesca Magurno
Quando mi è stato chiesto di elaborare un testo sul tema Speranza e Futuro non ero sicura di poter riuscire nell’intento. Le battute finali sono le più difficili, anche in caso di quarantena, e dove alcuni vedevano arcobaleni, io vedevo una marea nera petrolio. Poi mi sono seduta alla scrivania e man mano che digitavo i tasti ne è venuto fuori questo testo che, più di un articolo vero e proprio, è una sorta di decalogo di speranze per il prossimo futuro. Sono certa che alcune le condividerete con me. Speranza e Futuro sono due parole unite l’una all’altra da un legame di indissolubile reciprocità: il Futuro è alimentato dalla Speranza e non potremmo immaginare alcun tipo di Futuro se non partissimo da una Speranza, individuale o collettiva. La speranza per il futuro, vicino e lontano, è che la Covid-19 ci abbia insegnato quanto sia importante un sistema sanitario nazionale ad accesso libero e gratuito, che può curare tutte e tutti, indipendentemente dal reddito. In questo momento di forte emergenza, anche il nostro sistema sanitario si è trovato in una situazione di forte stress, ai limiti del collasso. Certo, nessuno poteva immaginare la tempesta che abbiamo dovuto affrontare quest’anno, ma è proprio per affrontare quella crisi che “non si sa mai può arrivare” che dobbiamo farci trovare pronti. La speranza è che non ci si trovi più di fronte ad una simile emergenza ma per essere preparati nel caso in cui… la speranza è che la spesa sanitaria venga incrementata, rimpolpata, rafforzata, non tagliata, di anno in anno. La speranza è che venga potenziata, soprattutto nelle regioni in cui è debole, come nella nostra amata Calabria. E se ciò non avverrà, la speranza è che riusciremo a pretenderlo. Un’altra speranza per il futuro è che non si debba più affrontare un’emergenza che ha comportato la chiusura delle attività e il fermo di molte lavoratrici e molti lavoratori, alle stesse condizioni economiche. Il lavoratore ha diritto ad una retribuzione proporzionata alla quantità e qualità del suo lavoro e in ogni caso sufficiente ad assicurare a sé e alla famiglia un’esistenza libera e dignitosa. Le parole dell’articolo 36 della Costituzione Italiana fanno riflettere sulla debolezza economica con cui tanti hanno dovuto affrontare l’emergenza. La continua precarizzazione del lavoro non consente più, a molte famiglie, di mettere da parte i famosi risparmi. Risparmi che fanno la differenza durante un’emergenza globale. Abbiamo ripetuto spesso che in questi mesi di lockdown totale “la Natura si è ripresa i suoi spazi”. Le acque dei canali di Venezia sono tornate trasparenti; il Po è tornato azzurro; il mare nei porti è tornato pulito e i pericolosi e cancerogeni particolati dello smog di tutta Italia (e del Nord Italia soprattutto) si sono diradati lasciando prolificare “aria buona”, aria pulita e respirabile. Il Coronavirus ci ha fatto e ci fa ancora molta paura, dovrebbe farne anche l’inquinamento che è la causa determinante di almeno 80mila morti l’anno solo in Italia. La speranza è che nel prossimo futuro e anche in quello più lontano, ci si ricordi che l’essere umano è uno egli inquilini di questo Pianeta non il Padrone. La speranza è che prevalga il Benessere e che ci si metta subito al lavoro per un futuro più sostenibile. E in questo possiamo essere determinanti noi tutti, a partire da ora. Non abbandoniamo mascherine e guanti per strada, come mi è capitato di vedere, gettiamoli negli appositi contenitori. Facciamo in modo che la tutela della nostra salute oggi non dovremo pagarla domani. L’ultima speranza che è la più importante di tutte è dedicata alla mia, alla nostra, Diamante. Non voglio dirvi che “andrà tutto bene” perché non so se sarà così. So però che possiamo fare tutto quanto è in nostro potere, lavorando e aiutandoci gli uni con gli altri, per uscire dalle difficoltà il prima possibile e nel miglior modo possibile. Se la comunità diamantese metterà in campo ogni sforzo per ripartire; se si troverà pronta ad affrontare i sacrifici che sappiamo bene di dover affrontare; se lavoreremo insieme senza mai abbatterci allora sono convinta che alla fine, in un futuro che non so quantificare, alla fine andrà tutto bene.
Il murale nella foto in evidenza è di Ele Man per OSA18