Dopo la tempesta arriverà la quiete

Di Rino Rinaldi 

Il presidente Conte ha annunciato la fase 2 di questa terribile pandemia su indicazione del comitato tecnico – scientifico, trasmettendo fiducia nell’animo degli italiani, pur in presenza di numeri alti di contagiati e di morti, ma in una fase continua di diminuzione.  

Chi regge le sorti di un popolo deve sicuramente tenere in considerazione al primo posto il benessere fisico dei cittadini, ma non può sottovalutare la situazione economica inserita in un contesto nazionale e sovranazionale.  Poiché gli scienziati sono convinti che bisognerà convivere con il virus del covid – 19, fino a quando non saranno scoperti un vaccino o farmaci capaci di debellare la malattia è stato necessario prevedere la ripresa di tutte le attività mantenendo alta l’attenzione, affinché eventuali casi di contagio siano tenuti sotto controllo sanitario e sociale.

Dal 4 maggio sono entrati  in vigore i provvedimenti che prevedono una lenta ripresa, con forti raccomandazioni di osservare scrupolosamente tutte le disposizioni restrittive in attesa di opportune valutazioni per poter avviare una terza fase che ripristini la normalità del vivere sociale, drammaticamente interrotto il 10 marzo.

 Alla luce di questa introduzione, il nostro auspicio è quello di lasciare alle spalle tutti i  nostri momenti difficili vissuti e fare appello a tutte le energie fisiche e spirituali per riprendere il cammino interrotto, però con la maggiore consapevolezza di mettere ai primi posti la dignità umana e il rispetto della natura.

Abbiamo vissuto con il convincimento di poter dominare tutti gli eventi e di mettere al primo posto il benessere materiale con lo sguardo in avanti senza preoccuparci se questo atteggiamento lasciava indietro macerie fisiche e spirituali.

Questa lunga permanenza nelle nostre abitazioni, che ho definito prigioni dorate,  se paragonata a quella dei senza tetto, dei pazienti negli ospedali e nelle case, degli operatori socio-sanitari, degli uomini delle forze dell’ordine e di tutti quelli che hanno prestato il loro servizio, ci ha fatto riflettere sulla vita vissuta e su tutte le cose belle che avevamo e non abbiamo saputo raccogliere.

 Il futuro è incerto ma la lezione di vita ricevuta sicuramente creerà i presupposti della rinascita di una società più laboriosa e solidale, nel convincimento che tutti siamo importanti nell’armonia del creato.

 Il mio pensiero va ai giovani, che, a causa dei provvedimenti fortemente restrittivi, hanno visto interrompersi la gioia di vivere, abituati alla socialità, agli impegni scolastici di tutti i giorni, alle attività sportive; abituati però all’uso dei social, hanno mantenuto i legami tradizionali, non solo con i coetanei, ma anche con i loro docenti, che con sacrifici hanno dovuto apprendere o rafforzare le loro competenze tecnologiche, per continuare a svolgere attività didattica a distanza.

È stata questa l’occasione per portare più velocemente il mondo della scuola a rafforzare le competenze informatiche dei docenti che saranno protagonisti di una nuova didattica che concilia la vecchia metodologia con una nuova, più vicina alle esigenze dei giovani.

 L’aula scolastica, pur attrezzata diversamente con i nuovi sussidi informatici per la didattica, non potrà giammai essere sostituita da una didattica a distanza, perché restano insostituibili i rapporti sociali tra alunni e docenti, grazie ai quali si formano le personalità dei discenti. Il futuro sarà più bello perché tutti daremo più importanza a curare le relazioni affettive e sociali, con maggiore senso di rispetto verso tutto ciò che ci circonda, con il convincimento che solo un comportamento virtuoso tra gli esseri umani ed un profondo rispetto verso la natura potranno arrecare beneficio al nostro vivere quotidiano.  

Dopo la tempesta arriverà la quiete e potremo gioire pensando ad un futuro “pien di speme e di gioia”

 

 

Il Murale nella foto è dell’artista Carmela Infante, fotografato da Gabriella Ciaramella

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