Autunno a Diamante

di  Marianna Presta 

È una di quelle giornate autunnali tristi e uggiose. Una cappa di nuvole grigie offusca il cielo; ad intervalli, una pioggerellina fitta e continua impedisce di uscire di casa, la strada è deserta, poche le macchine, rari i passanti che affrontano la rigidità della temperatura. Le tortorelle sono ben nascoste tra i rami intricati del pino, ogni tanto un lento giro intorno all’albero o radente al prato e poi via al nido. I passerotti sono più audaci, escono allo scoperto tra l’erba e il cortile in cerca di semi e di mollichine, devono pure osare ad affrontare il tempaccio per sfamarsi. Ma chi dà uno spettacolo maestoso sono i gabbiani. Ad un tratto appaiono sul mare con voli lenti si tuffano ed emergono, volano, scompaiono. Non si sa da dove vengono e dove vanno. Sono figli del mare e del cielo. Il mare è agitato, le onde si rincorrono e si accavallano e con la loro schiuma bianca tessono un velo da sopra e poi si infrangono tra gli scogli e sbuffi eterei s’innalzano verso il cielo dove il sole fa capolino fra le nuvole che lo imprigionano nel loro grigiore. È deserta la spiaggia e più dove l’occhio arriva non vede anima viva. Come è diversa dall’estate affollata da ombrelloni e da turisti che amano immergersi in questo nostro mare. E balzano alla memoria i ricordi del passato. Sono le immagini dei pescatori. Sono lì con il volto scavato dal sole, con le rughe che segnano il viso e, a piedi nudi seduti all’ombra del vecchio olmo, raccontano storie del passato. Sono storie di fame, di stenti, di fatiche, di sacrifici, di lotta con il mare che a volte impedisce loro di uscire con le barche, che raccontano di una vita grama vissuta nella povertà i magazzini privi di qualsiasi conforto, con appena un letto e una cassapanca. Raccontano la storia di questo borgo marinaro arroccato sulla roccia del Torrione con poche case intorno alla chiesa di San Nicola col tempo cresciuta e trasformata, fino a diventare un’ambita località turistica con le sue strade pulite, con lo stradone ricco di negozietti, pub e bar dove d’estate affluisce una marea di gente, attirata anche dai murales che sono il fiore all’occhiello del paese. Oggi Diamante è diversa dal passato. Ci sono alberghi, ristoranti e pizzerie. Sulle spiagge ci sono lidi attrezzati e sempre più confortevoli per chi va a mare. E non mancano le discoteche per i giovani che amano trascorrere le ore della notte tra musica e confusione. La gente del paese fatica ma piano piano cambia la sua mentalità di un paese con abitudini tranquille. E Diamante da piccolo borgo marinaro è diventata un’ambita località turistica.

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