Dall’Italia a Hong Kong per affermarsi, la scelta di vita di Esterina Nervino

Non ama essere definita un “cervello in fuga” Esterina Nervino, lo leggerete più avanti nell’intervista. Lo dice con la determinazione di chi ha scelto di costruirsi un percorso lavorativo, davvero brillante pur nella consapevolezza di dover andare lontano e pur avendo prestigiose opportunità in Italia e in Europa . Esterina ci suggerisce che viviamo in un mondo globalizzato, dove confini e distanze possono essere annullate, se si vuole, e che può essere ricco di opportunità impensate, naturalmente, se si affronta la sfida con preparazione e coraggio. Proprio come ha fatto lei. Le sono grato, davvero, di aver voluto raccontare la sua storia in questa intervista.

Ti ringrazio, innanzitutto, per la tua disponibilità, e vorrei chiederti a che punto è il tuo brillante percorso professionale che ti ha portato a Hong Kong e a svolgere attività da formatrice, docente e ricercatrice in diversi e prestigiosi atenei di tutto il mondo.

Grazie per l’interesse verso la mia storia. Attualmente sono una ricercatrice presso il Dipartimento di Inglese e il Dipartimento di Marketing della City University of Hong Kong. Il doppio ruolo ha proprio l’obiettivo di lavorare a progetti interdisciplinari, coltivare le relazioni esistenti con il mondo aziendale e crearne delle nuove sul territorio asiatico e internazionale per diversi scopi, tra cui tirocini per gli studenti, progetti curriculari, e ricerca. Quest’ultima, anche realizzata tramite l’unità di consulenza del Dipartimento di Marketing che codirigo dal 2022. Il mio percorso ad Hong Kong è cominciato nel 2012, spinta dalla mia relatrice della tesi di Laurea Magistrale, la Prof.ssa Franca Poppi, ordinario presso il Dipartimento di Studi Linguistici e Culturali dell’Università di Modena e Reggio Emilia. La Prof.ssa Poppi mi convinse che fare domanda per una borsa di studio More Overseas per l’Asia e soprattutto per la città di Hong Kong mi avrebbe aperto infinite opportunità. E così fu. Vinsi quella borsa e da lì, tutto cambiò. Durante il mio semestre in scambio presso The Hong Kong Polytechnic University, lavorai alla mia tesi di Laurea Magistrale sulla trasformazione digitale nel mercato del lusso e il tema suscitò molto interesse tanto da chiedermi di fare domanda per il prestigioso programma del governo di Hong Kong SAR (Cina), l’ Hong Kong PhD Fellowship Scheme. Andai via dopo il semestre di studio e una volta rientrata in Italia decisi fare domanda per questo schema per studiare sotto la guida di una ricercatrice di fama mondiale per la linguistica dei corpora, la Prof. Winnie Cheng, anche spinta del fatto che avendo trascorso già un semestre ad Hong Kong, la città non mi sarebbe stata estranea e avrei già avuto amici su cui contare al mio arrivo. Nel 2014, mi trasferii ad Hong Kong per il dottorato che completai in tre anni, ma invece di rientrare in Europa per una borsa già vinta in Austria tramite un programma di fondi tra Asia e Europa, decisi di restare per accettare una posizione in media e comunicazione per un’azienda operante nel settore del lusso. Dopo quattro anni, avendo ricoperto diversi ruoli, decisi di rientrare nel mondo universitario e continuare a lavorare nell’ambito dello studio della lingua, per scopi specifici ed in particolare nel contesto economico.

Ci puoi spiegare, nello specifico, di cosa ti occupi.

Il mio ambito di ricerca è la linguistica applicata ed in particolare la linguistica dei corpora e la multimodalità, in particolare in contesti quali la comunicazione aziendale e il marketing. I miei progetti al momento riguardano la trasformazione digitale e la comunicazione nel settore del lusso con l’evoluzione del concetto stesso, il ruolo del discorso nella trasformazione sostenibile delle aziende, principalmente del lusso, e il comportamento dei consumatori di beni di lusso in Asia. L’interesse per il mondo del lusso nacque quasi per caso dopo un tirocinio in un’azienda del settore durante la Laurea Magistrale. Da lì, dopo vari incontri con i relatori, decidemmo che questo sarebbe stato un argomento spendibile per lo sviluppo della mia carriera. Visto che l’ambito di ricerca spesso si interfaccia con il Made in Italy, organizzo eventi con il Consolato Italiano ad Hong Kong per promuovere la ricerca accademica e la promozione strategica integrata del nostro Paese. Di recente ho trascorso circa due mesi in Europa per lavorare alla mia ricerca sul lusso e la sostenibilità. In questi due mesi, sono stata ricercatrice in visita presso il Cambridge Institute for Sustainability Leadership (Universita’ di Cambridge), e ho presentato la mia ricerca in diverse conferenze di linguistica, marketing, e in diverse aziende.

 

                   Nella foto Esterina Nervino condivide la sua tesi di dottorato con un’azienda operante nel settore del retail di lusso a Hong Kong

 

Vivendo a Hong Kong, come hai trascorso il periodo della pandemia che immaginiamo abbastanza complicato.

Per circa due anni e mezzo non sono tornata a casa ed è stato abbastanza difficile seguire le notizie sull’Italia senza poter stare vicina a familiari e amici. A parte quello, la città di Hong Kong ha chiuso immediatamente i confini, ma allo stesso tempo non ha mai avuto un vero e proprio lockdown, solo diverse restrizioni per circa tre anni, il che ha reso la vita all’interno più semplice rispetto ad altri posti. In quegli anni, si sono rafforzate amicizie e ne sono nate delle nuove, ricreando un po’ una famiglia lontano dalla propria.

Sei oramai da diversi anni a Hong Kong, quanto hai assimilato di usi e abitudini locali, ad esempio nella cucina, e a cosa, invece, non riesci a rinunciare delle tua abitudini italiane.

Hong Kong è ormai la mia seconda casa. Non è stato facile ambientarsi, ma penso che sarà molto più difficile andarsene. Al momento non riesco ad immaginare la mia vita altrove, soprattutto a livello lavorativo. Adoro mangiare e ad Hong Kong ho la fortuna di avere a mia disposizione sapori da tutto il mondo. Hong Kong è una città internazionale per cui si ha l’opportunità di interfacciarsi con persone di provenienza diversa, ma anche con esperienze di vita e professionali di ogni genere. Oggi, mi sento cittadina del mondo, ma sempre orgogliosamente italiana e calabrese. A casa mia non mancano mai delizie della nostra terra e le festività restano quelle italiane, ma aggiunte alle ricorrenze come il capodanno cinese e il festival di mezz’autunno. Ci riuniamo spesso a casa con amici italiani e non per festeggiare e i menù sono sempre italiani con qualche nota esotica che può arrivare da qualsiasi parte del mondo. Ultimamente, per esempio ho imparato a cucinare una ricetta portoghese ‘bacalhao com natas’.

La tua è una storia di studio, tenacia e anche di coraggio nel lasciare la propria terra , cosa vorresti dire a una ragazza o a un ragazzo che leggendo questa intervista volesse intraprendere la tua strada?

Ciò che ho lo devo in primis a me stessa, ma anche al supporto ricevuto dai miei mentori, dalla famiglia, e dagli amici. Io ho completato la mia triennale all’Università della Calabria e la magistrale all’Università degli Studi di Modena e Reggio Emilia, prima di spostarmi ad Hong Kong, e l’intero percorso è stato possibile grazie a borse di studio, lavori stagionali e part time, per cui spero di poter ispirare altri giovani con voglia di esaudire i propri sogni ad inseguirli senza porsi limiti. Se c’è qualcosa che ho imparato solo con il tempo è che i limiti sono quelli che noi stessi ci poniamo. E nel momento in cui si punta al massimo, la cosa peggiore che ci possa capitare è un’occasione altrettanto importante, ma magari diversa ed inaspettata. Circondatevi di persone che vi ispirano, ogni giorno. Gli amici che ho oggi e quelli che ho mantenuto nel tempo, sono persone che stimo e con cui è un continuo spronarsi a vicenda per migliorarsi.

Cosa ti manca di Diamante, e come la vuoi salutare.

Sicuramente la famiglia, gli amici, ma anche passeggiare tra i vicoli del centro storico ed arrivare fino alla Chiesa dell’Immacolata Concezione, guardare il tramonto sul mare da Largo Savonarola, e fermarmi a chiacchierare con compaesani di diverse generazioni. Per me, Diamante è il posto più bello del mondo e spero che un giorno milioni di persone possano condividere questo pensiero. Il mio saluto va a coloro che ogni giorno si alzano con la missione di promuoverne la bellezza e soprattutto ai giovani che hanno il coraggio di restare, perché penso sia più facile andarsene. Detto ciò, voglio sottolineare che la mia non è la storia di un cervello in fuga, termine che non amo particolarmente, perché dal Sud o dall’Italia non si fugge, si parte sempre per ritornare. E’ una scelta razionale fatta per seguire delle ambizioni. Città come Modena mi offrirono più di un’opportunità in passato a cui rinunciai per andare all’estero per competere su un mercato internazionale e crescere professionalmente per poi poter tornare e dare un contributo positivo al mio Paese. Modena è una città a cui sono molto legata, cosi come all’ateneo che mi ospita regolarmente per visitare i colleghi con cui ancora collaboro.

A cura di Giuseppe Gallelli

 

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