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UN GIOIELLO SOTTOMARINO:
LA POSEIDONIA NEI FONDALI DI DIAMANTE
Molto spesso confusa con un alga e a volte poco tollerata dai bagnanti e dai turisti la Posidonia oceanica è sicuramente una pianta incompresa e dalla immensa importanza sia per gli ecosistemi marini che per noi. Come intuibile, il nome deriva dal greco Ποσειδών ovvero Poseidone, il dio del mare
Il genere Posidonia comprende diverse specie e la nostra P. oceanica a dispetto del nome non è presente negli oceani.
La Posidonia oceanica è una pianta endemica del Mar Mediterraneo, presente cioè solamente nel nostro mare e la ritroviamo sotto forma praterie sottomarine in acque poco profonde (massimo 40m di profondità). Come tutte le vere e proprie piante, il suo corpo è costituito da:
- RADICI: per ancorare la pianta al fondale e per assorbire i nutrienti dal terreno.
- FUSTO: costituito da strutture chiamate rizomi (rizomi plagiotropi e rizomi ortotropi).
- FOGLIE: in cui avviene la fotosintesi clorofilliana. Sono la parte della pianta che conosciamo meglio e che osserviamo guardando la pianta dall’alto.
- FIORI e FRUTTI: In autunno e in primavera produce frutti galleggianti volgarmente chiamati “olive di mare“.
Spesso le foglie morte, staccatesi dalla piante, vengono spinte a riva dalle mareggiate e si accumulano sulle spiagge formando agglomerati chiamati “banquettes”. Queste pile di foglie, possono raggiungere un notevole spessore e sono molto antipatiche ai bagnanti durante il periodo estivo. Tuttavia, questi muri di foglie sono di fondamentale importanza per proteggere la costa dall’erosione, poiché agiscono come barriere smorzando la forza della onde.
Le praterie di posidonia rivestono un’enorme importanza per la vita del mare e per la salute di tutto il suo litorale e sono strettamente protette da norme internazionali e nazionali.
Osservando da vicino e con attenzione questi ambienti, possiamo scorgere piccoli animali marini come stelle marine, crostacei e cefalopodi, ecc… che vagano da una parte all’altra della prateria per cacciare o rifugiarsi dai predatori. C’è anche chi poi, come i cavallucci marini, utilizzano le foglie come ancoraggio. Grazie alla presenza di numerosi anfratti e nascondigli, le praterie di Posidonia oceanica sono inoltre ottime aree di nursery per centinaia di specie di pesci , ma anche altri animali marini, che qui trovano il luogo ideale per deporre e riprodursi.
La posidonia svolge soprattutto un ruolo fondamentale nella ossigenazione dei mari, permettendo la vita al suo interno ma anche a noi di fare il bagno e pescare (in modo coscienzioso). Grazie al suo sviluppo fogliare infatti libera nell’ambiente fino a 20 litri di ossigeno al giorno per ogni m2 di prateria. Proprio come fanno gli alberi sui crinali consolida il fondale sotto-costa contribuendo a contrastare un eccessivo trasporto di sedimenti dalle correnti .
In tutto il Mediterraneo le praterie di Posidonia sono in regressione a causa di diversi fattori. Considerando che 1 metro di base di prateria ha bisogno di più di 100 anni per formarsi, è molto facile comprendere la gravità di ogni cm di prateria perso.
Purtroppo e come al solito, le cause di questa regressione sono da imputare alle attività umane come la pesca a strascico e gli ancoraggi sconsiderati. Queste pratiche minacciano gravemente nel breve termine, la salute delle praterie di posidonia e di tutti gli organismi ad esse associati. Vi sono poi minacce, chiamiamole invisibili, che sono meno evidenti nel breve termine ma fortemente dannose nel lungo periodo. Inquinamento, scarichi in mare, eutrofizzazione delle acque e l’introduzione (accidentale e non) di specie aliene stanno causando un lento ed inevitabile declino di questi ambienti costieri.
Articolo di: Alfono Iorio- Naturalista