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L’ANTICA CERILLAE
L’antica “Cerillae” è ricca di storia e di rilevanti testimonianze architettoniche. Arroccata su un piccolo promontorio, è formata dai ruderi dell’abitato e di altre importanti costruzioni. Passeggiare per le sue stradine è come fare un salto nel passato. Si possono ammirare ancora i resti del castello costruito dal principe Carafa nel XVIII secolo, del convento di San Francesco di Paola risalente al XVI secolo e i ruderi della chiesa di San Nicola Magno, al cui interno si notano ancora tracce di affreschi.
Il promontorio che propende verso il mare, naturalmente difeso, ospita sulla sua sommità i resti dell’antica “Cerillae”. È un antico borgo medievale, con struttura arroccata tipica dei centri bizantino-normanni dell’alto Tirreno calabrese, come ad esempio Scalea e Amantea. Risulta che nel 649 al Sinodo di Papa Martino I prese parte un Romanus Episcopus Cerellitanus, e ciò consente di affermare che Cirella costituiva un importante punto di riferimento nell’organizzazione della Calabria in quanto sede diocesana. Ceriallae fu una fiorente colonia della Magna Grecia. L’abitato sul monte ebbe origini in epoca successiva, intorno al IX secolo, quando le incursioni saracene sulla costa spinsero gli abitanti a stabilirsi in una posizione più sicura e facilmente difendibile come il promontorio del monte Carpinoso. Un’incursione saracena del 950 d.C., guidata dall’emiro Al Hasan avrebbe addirittura raso al suolo l’abitato costiero. Nel 1556 la famiglia Stocchi di Scigliano cedette la proprietà alla famiglia Scaglione. Nel 1576 venne saccheggiata da sette galee barbaresche, capitanate da Kair ‘el Din, detto Barbarossa. Secondo la leggenda, i pirati sarebbero arrivati a saccheggiare il paese su indicazione di un mercante romano, che aveva ricevuto dei torti dai cirellesi. La memoria di un’incursione turca avvenuta nel 1576 comunque è confermata dalle fonti sopravvissute all’abbandono del paese antico. Fu oggetto di altre scorribande da parte dei pirati ottomani Sinam Cicala Pascià, Dragut Rays e Uccialì.
Successivamente con la pestilenza del 1656 e i terremoti del 1638 e 1738 che colpirono la Calabria, il feudo cadde in rovina e la sua proprietà passò dalla famiglia Sanseverino ai Catalano Gonzaga. Nel 1806-1807 un contingente di truppe napoleoniche assediò e occupò il borgo medievale, stabilendosi nella residenza dei duchi Catalano-Gonzaga. Dall’evento nacque la leggenda che il borgo venisse assalito da formiche giganti, le quali divorarono gli abitanti del paese. Nel 1808, la marina britannica, dal mare, effettuò un pesante bombardamento dell’avamposto francese, compresa la torre presente sull’isola di Cirella. L’abitato sul monte venne cancellato definitivamente e gli abitanti superstiti quindi decisero di ricostruire il centro sulla costa.
Le strutture rimanenti vennero poi usate come cava di pietre e vandalicamente spogliate dei manufatti presenti. Attualmente la vegetazione spontanea ha invaso i vicoli e le costruzioni, rendendo, in alcuni punti, difficile il passaggio.
Il Castello
Le strutture testimoniano la fondazione del borgo in epoca bizantina, ma la fase principale è rappresentata dall’arrivo normanno in Calabria, seconda metà dell’XI secolo. Nel XIII secolo, in piena età sveva, l’abitato venne protetto con una doppia cinta muraria, e successivamente, nel XIII-XIV secolo, durante il periodo angioino, ricevette ulteriori ampliamenti. Alcuni testi indicano la fondazione del castello ad opera del principe Carafa nel XVIII secolo. Un documento di apprezzo testimonia che il castello aveva cortile, sala grande, stalla et fundico, carcere, stanza per grani et servimenti, cocina e forno, torre con cisterna.
Chiesa di San Nicola Magno
La Chiesa di San Nicola Magno venne invece costruita a cavallo tra il XIV e il XV secolo, e al suo interno conteneva un ciclo di affreschi, oggi in parte custoditi nella chiesa di Santa Maria de’ Flores nel moderno centro abitato. Visitando i ruderi della chiesa, al suo interno si notano ancora tracce degli affreschi. Un documento di apprezzo per il S.R.C. di Napoli, recita che nel 1617 vi celebravano 14 sacerdoti assistiti da chierici e da numerosi laici.
Chiesa dell’Annunziata
Sono ancora visibili i ruderi di una chiesa minore, la Chiesa dell’Annunziata, le cui origini sono incerte. La chiesetta, con il tetto e le mura quasi completamente crollate, ha al suo interno un piccolo altare e dei banchi per i fedeli. Il documento di apprezzo specifica che ospitava una congregazione di uomini.
Teatro dei Ruderi
Tra il monastero dei minimi di San Francesco di Paola del XVI secolo (lato monti) e i ruderi della Cirella medievale (lato mare) sorge il teatro dei ruderi. La struttura, in stile greco, venne costruita tra il 1994 e il 1997, ed è attualmente utilizzata per spettacoli e concerti. Il panorama rende il teatro un posto molto suggestivo.
Fonte: Wikipedia