12 AGOSTO. Storia, fede e devozione all’Immacolata, Regina e Patrona di Diamante
A cura di Anna Storelli
Agosto, per il popolo Diamantese, rappresenta un periodo dell’anno in cui la spensieratezza portata dal piacevole vento delle vacanze estive si intreccia con un evento di grande giubilo che profuma tutto di fede. Il 12 agosto si festeggia la “Bella Signora”, la “Regina di Diamante, l’”Immacolata”, Patrona della nostra “Terra del Diamante”. Sono trascorsi tantissimi anni da quel lontano 12 agosto 1928 in cui, con solenni festeggiamenti, sul capo della statua della Vergine è stata posta una corona regale di 12 stelle. La corona è veramente un’opera d’arte bellissima in oro 14 carati, costituita da foglie di oro, angioletti, da strisce di oro bianco tempestate da rose incastrate in oro, brillantini, rubini ricostruiti di vari colori. La croce che costituisce la corona è sostenuta da un globo in oro con attorno una fascia d ’oro bianco con la scritta in lettere rilevanti : Io sono l ’Immacolata Conce zione”; al centro vi si trova un anello con brillanti incastrati a raggi. In tutta la corona è possibile ammirare venti perle giapponesi e sotto la fascia di oro bianco si legge “In signum Foederis Adamas”. L’idea della realizzazione della corona fu avanzata dal diamantese Roberto Morelli, uomo di profonda religiosità, e condivisa dall’allora parroco di Diamante, don Giovanni Caselli, definito il “ ridente cantore di Maria”. Il popolo adamantino è fortemente legato alla sua Immacolata Concezione e, in ogni occasione, ama narrare la storia del simulacro della Vergine che si intreccia con la “Leggenda del veliero”, tramandata di generazione in generazione. La leggenda racconta di una statua lignea dell’Immacolata a bordo di un veliero proveniente da Napoli e diretto per la Sicilia. L’imbarcazione, arrivata nella zona prospicente l’ “Isullella”, si arrestò senza ragione e andava avanti solo se la prora veniva virata verso la “Punta del Diamante ”, mentre si arrestava se la rotta mutava direzione. Questo fatto, alquanto strano, fece “uscir di testa” il capitano e il resto dell’equipaggio. Da subito essi percepirono che il volere della Madonna fosse quello di fermarsi proprio nel nostro paese per diventarne la Regina. Scesa la maestosa statua, il popolo l’acclamò come protettrice del luogo con manifestazioni di giubilo e devozione. Ma ancora il miracolo non si era compiuto del tutto: durante la notte nella Chiesa la statua dell’Immacolata, prima con le mani giunte, fu rinvenuta la mattina seguente con il braccio destro disteso e il sinistro appoggiato sul cuore con tre dita della mano bene aperte. Per l ’intera popolazione diamantese questo fu un chiaro e visibile segno dell’espressa volontà da parte della Vergine Maria di proteggere gli abitanti del loco da peste, terremoto e guerra, i tre flagelli che avevano distrutto molti paesi del meridione e non solo. Benedetto Minichini, cultore di studi storici, nel suo libro I Carafa, Napoli, 1866, conferma quanto rinvenuto negli archivi parrocchiali della Chiesa dell’Immacolata. I documenti attestano che fu proprio il patrizio napoletano, Tiberio Carafa, principe di Bisignano, a donare la monumentale statua in legno di ulivo al popolo di Diamante per riparare ad un comportamento oltraggioso consumato ai danni dei fedeli dai suoi soldati nella Cappella al Torrione. Essi, per manifestare la propria opposizione al Vescovo e al Clero locale, durante le celebrazioni, avevano tenuto prigionieri per tre giorni consecutivi nella chiesetta delle Anime Purganti al Timpone alcuni credenti. Il simulacro, raffigurante l’Immacolata Concezione, fu donato probabilmente dal Principe Francesco Maria Carafa nel 1727. Che dire dell’effigie della Vergine? Si tratta di una imponente scultura alta due metri e dieci centimetri rappresentata in un posizione insolita delle braccia rispetto alle tradizionali statue raffiguranti l’ Immacolata che, secondo gli schemi dell’iconografia cristiana, presenta le mani giunte in atteggiamento di preghiera. Il simulacro dell’Immacolata di Diamante lascia chi l’ammira attonito e sorpreso proprio per questa sua “inconsueta” posa. Anche i capelli, lunghi e ondulati, non sono coperti da alcun velo, ma scendono liberi sulle spalle, quasi come se il soffio del vento li muovesse realmente; il manto, poi, ricoperto di fulgide stelle riportate alla luce dopo il restauro del 2004, pare ondeggiare allo stesso modo.
Dopo aver “navigato” tra storia e leggenda, aspetti indissolubilmente legati tra loro come mille dolci nodi, diventa tappa obbligatoria proiettarsi nello spirito della festa patronale. La partecipazione del popolo alla festa rappresenta un immancabile appuntamento e il coinvolgimento dei cittadini, vicini e lontani, dei turisti consueti ed occasionali, è sempre intenso ed appassionato. L’atmosfera che si crea ogni anno è rappresentata da uno scenario di fede e devozione dove la memoria, il ricordo, l’evocazione si fondono con quell’ardore cristiano, con quei sentimenti di religiosità vissuta e vivente che resta immutata, intatta nonostante il trascorrere inesorabile del tempo. A partire dal 3 agosto, fino al giorno della festa, nella Chiesa dell’Immacolata Concezione si dà inizio al novenario. Quest’anno il parroco, don Michele Coppa, guida spirituale della Chiesa patronale dedicata appunto all’Immacolata, insieme al Consiglio Pastorale parrocchiale, ha scelto come tema della novena e della festa “Con Maria per ricostruire l’uomo creato ad immagine di Dio”. “La motivazione di questo tema– come asserisce lo stesso parroco – scaturisce da uno sguardo sul mondo che sta cambiando e, soprattutto in Europa, ha messo da parte le radici cristiane che sottolineano il valore dell’uomo creato a “immagine e somiglianza di Dio”. Senza questo riferimento ha preso piede una cultura che favorisce il relativismo con tutte le conseguenze che mettono in crisi l’identità stessa dell’uomo: il valore e la dignità della persona, le relazioni, la validità e stabilità della famiglia, il senso del bene comune e la civiltà come fedeltà a dei principi condivisi. La società vive in una dimensione di fragilità che semina quotidianamente fatti incresciosi, come la violenza di genere, la caduta educativa, l’abuso sui minori, il bullismo ecc. E allora che fare? Quanta consistenza e profezia ha quella “vocina interiore” che ci chiede di ripristinare quell’immagine di Dio di cui non si parla abbastanza e che non viene evidenziata nelle scelte educative e di vita? La Madonna, ancora oggi, è quella “semplice ragazza” del Sì a Dio che ci presenta quell’immagine che Ella ha portato nel suo grembo e che ha custodito ed accompagnato nella storia di suo figlio Gesù”.
Alla luce di queste riflessioni e meditazioni, si giungerà al 12 agosto, giorno della Solennità dell’Incoronazione della Vergine Immacolata. Alle 18.30 si darà inizio alla processione solenne che si concluderà con la celebrazione della Santa Messa in piazza Mancini, presieduta dal vescovo, mons. Stefano Rega, che da quest’anno guida la Diocesi di San Marco -Scalea, e dai parroci del paese, don Michele Coppa e don Franco Liporace. Il vescovo sarà presente anche la sera dell’11 agosto, momento dedicato alla Veglia Mariana. Sia la Veglia che la celebrazione della Messa Solenne saranno animate con l’esecuzione di canti polifonici a cura delle tre Scholae Cantorum di Diamante, il coro dell’ ”Immacolata Concezione”, il coro del Buon Pastore” e quello di “San Biagio”, diretti per l’occasione dal tenore, prof. Massimiliano Silvestri, “un figlio devoto di Maria”, come lui stesso si definisce da sempre. Per la solennità, accanto all’Inno All’Immacolata Nostra, scritto Pro Incoronazione della Vergine Immacolata di Diamante nel 1928 da Roberto Morelli fu Beniamino, si accosta l’Inno a Maria, Regina di Diamante del compositore Vaticano di musica liturgica, Maestro Prefetto Mons. Valentino Miserachs. – L’Inno a Maria, Regina di Diamante nasce come preghiera e richiesta di Grazia che la Vergine concede. E’ una storia intrisa di straordinarietà e misticismo quella che vede ancora una volta la miracolosa mano della Vergine Immacolata compiere prodigi . Era il 2020, ci racconta il tenore Massimiliano Silvesti, attualmente cantore Vaticano in San Pietro, periodo di Covid, quello che ha mietuto migliaia di vittime, e il Coro della Cappella Musicale Liberiana della Basilica Santa Maria Maggiore, di cui allora era componente, si ammala tutto di Covid, compreso il Maestro. Restano così in pochi, 4 o 6 cantori in buona salute e il Maestro Prefetto Mons Miserachs, compositore dell’Inno. In questo clima di angoscia e precarietà che la pandemia stava diffondendo, fu lo stesso Miserachs, che già conosceva la storia dell’Immacolata di Diamante, a chiedere al tenore adamantino di rivolgere una preghiera di intercessione e “strappare una grazia alla Regina di Diamante”. Massimiliano Silvestri scrisse il testo e il Maestro Miserachs l’Inno a Maria, Regina di Diamante. Tutto questo nel giro di un mese circa per la stesura musicale dell’inno che, a detta del Maestro Miserachs, avveniva durante la notte mentre lui rivolgeva la preghiera alla Vergine Santa. Pian piano tornarono tutti i cantori, anche chi era stato considerato spacciato, perché intubato in ospedale in gravi condizioni. Questo fatto rappresenta anche un grande avvenimento per Diamante, l’aggregazione della nostra Chiesa alla Basilica Papale di Santa Maria Maggiore con Indulgenza Plenaria Perpetua in tutte le festività Mariane, tra cui anche l’unione dell’icona Salus Populi Romani a quella della Vergine Immacolata di Diamante. Inoltre, l’inno concede l’Indulgenza parziale ogni volta che viene eseguito. Se si guarda il tutto in un’ottica cristiana e di profonda fede, ci si rende conto che gli eventi non accadono mai così per caso, c’è sempre una volontà superiore, divina che aleggia invisibile all’interno di ogni circostanza e situazione, permettendo agli uomini di aprirsi ad un ottimismo vittorioso che è proprio della speranza in Dio. Chi è alimentato dall’ardore della fede è inevitabilmente coinvolto da quegli aspetti emozionali, di compartecipazione e trasporto collettivo che si identificano nella cultura stessa di un popolo, del popolo di Diamante. L’aspetto che emerge è sicuramente quello di una presenza Mariana sentita ed amata in una vastissima gamma di intensità e di amore che avvolge i fedeli tutti in un alone di mistero e di culto. Nella solennità della festa del 12 agosto presente e passato, ricordi e immagini attuali si fondono in una dimensione atemporale, in un dialogo sommesso, intimo e commosso con Maria, Regina di Diamante, madre, figlia, sposa di una Terra che a Lei canta le sue lodi senza fine.