La Scuola non solo non si è fermata, è andata molto più avanti

Di Stella Fabiani, docente IISS Diamante

Il 4 Marzo 2020 è una data che non dimenticherò mai: l’inizio di quello che, da subito, ho percepito come il nostro tempo sospeso: il Presidente Conte annuncia la chiusura delle Attività Didattiche in tutte le Scuole d’Italia. Anche nella mia, dove le Aule e i corridoi resteranno vuoti e silenziosi. Nessun suono di campanella segnerà il succedersi delle lezioni e l’avvicendamento dei docenti. Il  primo pensiero è stato quello di contattare i miei ragazzi, mediante whatsapp. Tuttavia essi  mi avevano già preceduto ed è tutto un rincorrersi di messaggi, di domande alle quali è difficile dare risposta. Ci accomuna lo stesso sgomento, lo stesso disorientamento, la stessa angoscia. Io, però, sono il Docente, in qualche modo una guida a cui si sono rivolti per ricevere rassicurazioni.  Devo, pertanto, ricacciare indietro i miei sentimenti e digitare frasi che fughino le paure e tentino di dare coraggio. Per fortuna che, dietro al display, non riescono a vedere il mio volto, altrimenti avrebbero capito che stavo mentendo. Credo di avere anche pianto, la sera di un 4 Marzo, in cui la mia Scuola, e la mia Vita, si è fermata. Ma dopo poco tempo, eravamo già pronti per ricominciare: la Scuola non si ferma. E parte la nuova sfida della Didattica a Distanza. Un modo per rimanere in contatto con colleghi ed alunni, un modo per riempire le ore di un tempo altrimenti vuoto, un modo per darsi delle scadenze da rispettare e uno scopo per svegliarsi al mattino che non sia solo quello di attendere che le ore scorrano inutilmente, fino a quando non giunga il momento di andare a dormire. Ma soprattutto un modo per imparare insieme ai miei alunni e per navigare a vista in mondi inesplorati, seguendo rotte a malapena accennate sulle Carte di Viaggio e come unica bussola la determinazione, il desiderio, la volontà di esserci, di fare il tuo dovere, ma anche di emozionarti, nel tuo procedere per tentativi e per errori. A quasi 60 anni, ho ritrovato lo spirito e l’energia dei miei primi anni di insegnamento. L’ho ritrovato proprio nel momento in cui un pensiero ricorrente era il timore di non avere più nulla da dare, mentre ogni giorno diventava sempre più forte il rischio di burocratizzare il mio mestiere in una serie di atti e gesti ripetuti, sempre gli stessi, senza sorprese….

Mi resteranno tante immagini, registrate nella mente, di ciò che ho sperimentato, in questi due mesi di DAD. Una su  tutte: i ragazzi che, uno alla volta, chiedono di entrare nella chat virtuale… che dopo un educato saluto spengono il microfono per non creare disturbi sonori in sottofondo…che prima di riaccenderlo, per parlare, si prenotano in silenzio tramite una frase scritta in chat. Oggi leggevo, su Internet, che bisognerebbe regolamentare con rigide norme la video lezione. Lasciatemelo dire… Meglio di no… I giovani soffrono le regole che fanno sorgere in loro il desiderio di trasgredirle. In questi giorni ho sperimentato, con sorpresa, che se li lasciamo liberi, essi sanno come autoregolarsi. Lo dico con orgoglio e con affetto. Se La Scuola non si è fermata è stato soprattutto per merito loro e ciò fa ben sperare per il Futuro: anche grazie a questa esperienza, dura  e sofferta, ho la convinzione che saranno Studenti, Uomini e Donne, Cittadini, Padri e Madri, responsabili e migliori.

Siamo cambiati tutti, in questo tempo strano, surreale, in cui le strade del nostro Paese si sono svuotate e ci siamo ritrovati a commuoverci, per una macchina che è passata, una sera, sotto le nostre case, diffondendo nell’aria le note dell’Inno Nazionale.  Ma non sono destinate a cambiare solo le Persone. Lo dico da insegnante di Storia. Le epidemie, come le guerre, provocano grandi cambiamenti anche nelle organizzazioni sociali. Quando la Storia decide di mettersi in movimento, nessuno può fermarla. Oggi ci sta offrendo l’opportunità di una svolta epocale. Cambierà il volto dell’Europa. Cambierà il mercato del Lavoro. Non può sottrarsi a questa sfida neppure la Scuola, che alla sua riapertura, si spera a Settembre, non sarà più la stessa. Finalmente, ci lasceremo alle spalle gli ultimi retaggi della Scuola gentiliana, non più adatta a interpretare al meglio le esigenze della Società del Terzo Millennio e della cosiddetta Quarta Rivoluzione Industriale. E’ come se, in questi due mesi, noi Docenti ci fossimo sottoposti a un corso di aggiornamento, accelerato e direttamente sul campo, senza precedenti, per raggiungere il risultato strabiliante che non era riuscito ad ottenere nessuna delle Riforme della Scuola, le quali si sono succedute negli ultimi anni. Primo fra tutti, è stato raggiunto l’obiettivo di superare la resistenza, anche giustificata,  di tanti docenti a un cambiamento radicale, in senso tecnologico e digitale, degli strumenti da noi abitualmente usati. Anche i Docenti più tradizionalisti, in questi giorni, si muovono, con disinvoltura, in ambienti virtuali come meet e classroom, spinti dalla necessità e dall’amore per i loro alunni, che non hanno voluto lasciare soli, in un momento così difficile, in cui anche i nostri giovani hanno conosciuto rinunce: la pizza con gli amici il sabato sera, la passeggiata con il ragazzino, le risate allegre con i compagni di classe. Sono comunque consapevole che, mentre tutti abbiamo fatto il nostro dovere, volenti o nolenti,  in tanti hanno mosso e muovono critiche circonstanziate, anche con qualche fondamento,  sui rischi per la salute e a livello comportamentale che la DAD pone. Non vanno sottovalutati. Tuttavia, è altresì vero che tutte le Rivoluzioni hanno sempre comportato titubanze e problemi da affrontare. Inoltre, nessuno pensa di sostituire in toto la Didattica in presenza con quella a Distanza. Ma integrarle, si. Quante volte ci siamo detti che le Innovazioni proposte dai Documenti Ministeriali fossero giuste, sulla carta, ma inattuabili in una classe reale? Penso all’interdisciplinarità con la conseguente cancellazione dell’assurda settorializzazione delle discipline, mentre il Sapere è unico; penso alla Personalizzazione dei Percorsi perché ogni Alunno ha una  sua specificità, interessi da coltivare, talenti da sviluppare. Ebbene, oggi abbiamo scoperto che in una classe virtuale tutto ciò è, magicamente, più facile. Certo, ogni Passaggio della Storia comporta delle Vittime. Alcune, purtroppo, resteranno tali, per sempre, e ci addolora il tributo, in termini di morti, soprattutto quello delle generazioni più anziane, che hanno pagato un prezzo altissimo a causa del diffondersi dell’epidemia. Per altri, invece, per coloro cioè che , come i Vinti di Verga, rischiano di essere travolti dal Progresso e lasciati indietro, si potranno e si dovranno trovare soluzioni efficaci. Penso, ad esempio, al Digital Divide, tra il Nord e il Sud del Paese, tra le classi agiate e quelle meno abbienti. Lo Stato dovrà rimuovere, come recita l’articolo 3 della Costituzione, questi ostacoli economici e sociali. Ma non è un’impresa titanica. Si può fare. Dicevamo, che ogni Rivoluzione ha i suoi oppositori. E’ stato cosi quando si è passati dalla Cultura orale a quella Scritta ( si perderà la capacità di Ricordare… si temeva) o dai Libri trascritti a mano, pazientemente, dagli Amanuensi, nel silenzio dei Conventi, ai libri stampati, grazie ad una rumorosa macchina inventata da Gutemberg. Lo stesso sta accadendo, ora, per questo terzo passaggio cruciale della Storia, che il coronavirus ha accelerato ma non provocato,  che è il passaggio dall’editoria cartacea alla editoria elettronica. Non faremo a meno del libro, come non abbiamo fatto a meno della cultura orale, quando si è affermata quella scritta, come non abbiamo fatto a meno della scrittura a mano, dopo l’invenzione della stampa. Riflettendo proprio su quest’ultima Rivoluzione Tecnologica, e sulle trasformazioni sociali da essa prodotte, possiamo ragionevolmente concludere che non ci sarebbe stato l’Umanesimo, sviluppatosi in concomitanza con la Peste del 1300, senza la scoperta della Stampa e la possibilità di un accesso facilitato alle fonti del sapere, prima di allora limitato  a una ristretta cerchia di eletti e privilegiati. Ed è proprio un nuovo Umanesimo che auspico, e che vedo a portata di mano, per la nostra Scuola, quando ritorneremo a svolgerla in presenza. La banda larga, le piattaforme virtuali, le chat ci consentiranno di moltiplicare le opportunità offerte ai singoli, soprattutto a chi ne ha meno, di conseguenza con ricadute positive anche in termini di sviluppo economico e ascensore sociale, ma sarà una Rivoluzione dolce, umana, perché i sorrisi di incoraggiamento, gli abbracci e le conversazioni in presenza, ai quali torneremo, faranno sì che non sarà la macchina ad avere il sopravvento. Resteremo umani. Anche nel nostro desiderio di apprendere cose lontane che mai avremmo avuto la possibilità di vedere, almeno non tutti. Sarà il nostro viaggio per oltrepassare, noi che siamo nati per seguire virtù e canoscenza, e senza naufragio stavolta, le Colonne di Ercole… Io lo spero.

  

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